Teatro in breve
Museo di Villa Croce
Teatro e arte? «Una felice anarchica convivenza» con il Gruppolimpido
Mentelocale, giovedì 11 gennaio 2018
di Laura Santini
Nel 2016 i primi quattro appuntamenti. Da dicembre 2017 una nuova stagione. È una forma di teatro seriale ideata in modo del tutto sperimentale dalla compagnia Gruppolimpido all'interno del Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce e si chiama Teatro in breve.
«L'arte è stata sempre e solo uno spunto - afferma Raffaella Russo alla guida della compagnia insieme ad Andrea Gado - all'interno del museo siamo diventati quasi artisti residenti, ma un po' anarchici. Il bello dell'esperimento è che si tratta di arte contemporanea e, quindi, relazionarsi può essere più immediato. L'altro vantaggio è che si esce dall'idea del tema da trattare o della commessa di un'istituzione che ti dà ospitalità di cui tener conto. Si entra semplicemente in sintonia con il contesto: ognuno fa il suo e cerca di valorizzare l'altro, quasi senza volerlo, però accade». È un po' come l'arte al cubo? «In un certo senso sì».
Sabato 13 gennaio 2018, Breve06 si intitola Simon ed è un monologo che andrà in replica per 4 volte a partire dalle 19.30 (poi alle ore 20, ore 20.30 e 21), la prenotazione è obbligatoria (tel. 010580069 oppure 0108568138, email museo@villacroce.org, whatsup al 3496265269), l'ingresso costa 5 euro. La formula è semplice: un corto drammaturgico originale per uno spettacolo-pillola scritto, come gli altri, da Raffaella Russo, ma pensato, in questo caso, per essere interpretato proprio da Andrea Gado. «Possiamo dire che - afferma Gado - si tratta di un gemellaggio e, forse, un'evoluzione da un altro progetto sperimentale Unconventional visit mirato alla promozione della collezione permanente, tra performance e sketch teatrali, e pensato per far conoscere, in modo alternativo, gli spazi del Museo - a partire dalla soffita per poi creare incursioni mirate in occasione di Finestre Meridiane la mostra di Stefano Arienti».
Come sono nati gli altri testi? «Sono tutti calzati sugli attori che provengono dalla nostra officina - continua Raffaella Russo - o meglio dal gruppo del laboratorio avanzato: persone che sono con noi da 7-10 anche 12 anni. In un caso ho lavorato con 14 persone che agivano tutte insieme, stando sempre in scena, in gruppo, attraversando gli spazi della villa» (vedi l'immagine sopra).
Breve06 aka Simon è decisamente più intimo ed è uno studio «molto giocato sul non-sense» che sfrutta la formula seriale per essere testato, aspirando a diventare uno spettacolo compiuto. «È stata un'occasione per me e Raffaella - prosegue Gado - di tornare a lavorare insieme come non facevano da parecchio tempo. L'anno scorso l'esperienza in soffitta tra Fontana, Munari, Borella è stata magica». Dotato di una sua struttura originale, Simon è «un piccolo omaggio all'attore - prosegue Russo - che permette di innescare il gioco del teatro nel teatro. L'ho scritto di getto, guardando al modo di Andrea di relazionarsi alla parola in scena. Un monologo allo specchio senza lo specchio, l'ho chiamato, perché si tratta di Gado che guarda Gado, ma che poi vede Simon. Chi sia Simon però non è chiaro».
I quattro brevi andati in scena nella prima edizione hanno registrato «un boom di presenze, più di 500 presenze - e si è trattato sempre di pubblico pagante». Quest'anno al primo, Breve05, «c'erano 130 persone. È stato bello vedere come ogni sera, nelle quattro repliche, le sale del museo si riempissero in un contesto rinnovato, dove le persone non erano più né silenti visitatori né solo spettatori. Compiere un'azione teatrale tra Rocco Borella e Osvaldo Licini, per un attore poi è un'occasione unica, significa avere una scenografia incredibile alle spalle. Per quanto avulse dalla drammaturgia, queste opere generano comunque un'esperienza d'arte complessa. Tutto è temporaneo e caduco: Simon scomparirà, la mostra Finestre meridiane di Arienti verrà smontata (domenica 14 gennaio) ma interessava restituire un po' di bellezza coinvolgendo il maggior numero di persone inclusi i bambini. All'interno della pillola c'è una volontà di intrattenimento e coinvolgimento che chiama chi guarda a smettere uno sguardo passivo».
Insomma un'ottima risposta e infatti il programma prevede altri cinque Brevi per un totale di 11 appuntamenti, con la prospettiva di allungarsi sull'arco della prima parte del 2018, fino a metà maggio, e rinnovare la felice anarchica interazione tra teatro e arte. «Non sappiamo però se andremo avanti, anzi va detto che l'appuntamento previsto per il 10 febbraio è già cancellato, perché al momento non è prevista alcuna mostra in quella data».
Il fatto è che tutto questo lavoro è nato in collaborazione con l'associazione Open your art - ovvero Paola Inconis, Elena Piazza, Alessia Moraglia - che dal settembre 2016 si è occupata di progetti creativi e di tutta una serie di eventi per animare il museo - fino alla gestione della cassa. Ora, dopo l'insediamento del nuovo curatore Carlo Antonelli, la situazione è in transizione e cosa ne sarà dei progetti sviluppati ad oggi e quindi anche dei nostri non è dato ancora sapere». Eppure le nuove linee guida e la programmazione per il 2018 sono già state presentate lo scorso dicembre, ma sugli altri eventi si attende un incontro dedicato.
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